In questa campagna elettorale ci sono due posizioni politiche riconducibili alla destra, la destra berlusconiana e quella grillina, questo mi preoccupa perché in una fase di squilibrio i movimenti di destra o quelli populisti drammatizzano le paure e non propongono soluzioni di pacificazione, ma sempre di rottura. Ed è sulla condizione di insicurezza che radicano la loro presenza. Si tratta di due movimenti apparentemente alternativi ma in realtà complementari. Deve esser chiaro a tutti, infatti, che se c’è una mutazione che i Cinque Stelle producono in questi cinque anni è la progressiva torsione a destra. In questa chiave di lettura l’intesa siglata con il Pd nasce dalla necessità di trovare un punto di accordo tra le culture democratiche, quella di sinistra e quella popolare come argine a questo blocco di destra.
Ci siamo detti tante volte dell’attualità del popolarismo e ne sono convinto tuttora. Il popolarismo si è proposto come metodo di governo stabilendo con fermezza la centralità della persona umana, praticando l’interclassismo che ancora oggi ha un senso ed un suo rilievo.
Usciremo da questa campagna elettorale con una crisi irrisolta, non ci sarà una maggioranza parlamentare e non ci sono forze politiche in grado di produrre una spinta. Il Pd vive una condizione di difficoltà. il centrodestra è una poltiglia tra interessi personali ed aspirazioni meschine di leader di quartiere ed il grillismo che è lo specchio delle nostre incapacità.
L’impegno da prendere davanti agli elettori è che noi siamo obbligati dopo questi cinque anni di incertezze ad esserci, è un imperativo dal quale non possiamo sottrarci. Solo alzando il livello delle nostre ambizioni dal punto di vista culturale e politico potremo offrirci come una possibilità, come un’alternativa che pratichi il rigore del pensiero perché sul pensiero non si media, sui principi non si fanno sconti. Siccome nessuno avrà soluzioni dovremmo metterci a tessere con l‘intelligenza dei democristiani per costruire una condizione di riconciliazione per il nostro Paese.
(Giuseppe De Mita, Napoli, “Tornano i Popolari”, 14 febbraio ’18)
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