Il Paese non ha solo bisogno di un diverso sistema di produzione delle norme, ma anche di una nuova politica del diritto. Cioè di una visione chiara dei principi e dei limiti del diritto nella società e nello stato moderni, che lo emancipi da una visione appiattita sulla legge statale e che recuperi il senso moderno della separazione tra diritto e politica quale motivazione e limite all’agire politico.
Occorre quindi una nuova codificazione, che introduca codici in materie o settori in cui la legislazione è frammentata, incerta e orfana di principi; sì come occorre una visione dei grandi corpi normativi alla stregua di grandi patti di civiltà in cui siano chiari le garanzie e i limiti dei poteri e dell’interesse pubblico e, su un piano di parità, le garanzie e i diritti dei cittadini. E i doveri, sì i doveri, anzitutto quelli solidarietà di cui all’articolo 2 della nostra Costituzione, perché è giunto il momento, finalmente, di ricostruire le basi giuridiche del Paese constatando con le parole di Aldo Moro il carattere effimero della “stagione dei diritti e delle libertà” e concorrere alla nascita di “un nuovo senso del dovere”.
Ad inaugurare questa nuova epoca dei codici e dei patti di civiltà proponiamo un nuovo patto fiscale consacrato in un codice tributario generale.
L’elaborazione di un codice della parte generale del diritto tributario italiano rappresenta una delle principali esigenze del Paese, oltre che una delle istanze dei corpi sociali vitali, reclamanti anzitutto la certezza delle regole su cui basare il rapporto e il dovere tributario. Si tratta di un lavoro epocale e di rilevanza storica, a cui chiamare il meglio della scienza giuridica, della società e delle istituzioni fiscali, che affronti alle radici una delle grandi questioni nazionali, quella tributaria, e prepari il terreno ad un politica che voglia rendere più equo un sistema tributario ingiusto anche e soprattutto perché in balia delle esigenze politiche e di gettito del momento.
Entro questo contesto la politica dovrà essere rispettosa delle aspettative di stabilità e certezza che gli operatori richiedono e che solo un codice può assicurare, ma potrà e dovrà affondatore di petto la questione dei singoli tributi, della pressione fiscale, delle aliquote, delle esclusioni, delle agevolazioni, etc., recuperando la ragionevolezza e l’equità dell’imposizione e concorrendo anche sul lato del regime tributario alla liberazione ed alla promozione di soggetti e risorse meritevoli (imprese ad alta intensità di lavoro, imprese sociali e cooperative, ricerca e innovazione, imprese che operano in aree interne o degradate, etc.).